Reyer

Il 26 gennaio 2011 abbiamo siglato un accordo di partnership sportiva con la S.S.D. REYER VENEZIA Basket, presente in Lega A1 femminile ed ai vertici della classifica di Lega A2 maschile.
Dopo una stagione spettacolare conclusasi ai play off con Casale Monferrato, il 23 settembre 2012 ha decretato una data importante per la REYER: il ritorno, dopo 15 anni, nel massimo campionato di Lega A1!

Nel 2012 la REYER è stata l’unica società sportiva in Italia ad avere una squadra maschile ed una squadra femminile che militano nel massimo campionato di basket.
Il gruppo REYER riunisce sedici societa’ sportive femminili e maschili nella Provincia di Venezia con oltre 4000 giovani tutti uniti sotto un nome: R E Y E R .
Il Progetto consiste nel coinvolgimento delle societa’ gia’ operanti nel territorio metropolitano per creare un grande polo sportivo che possa sviluppare la cultura ed un approccio positivo allo sport dei ragazzi e generare campioni in grado di puntare ai piu’ alti vertici nazionali ed internazionali.

WELA da sempre e’ attenta a sviluppare tra i giovani la cultura dello sport, quale esso sia, in quanto ritiene che lo sport aumenti l’autostima, il senso civico, la consapevolezza delle ‘regole’, le attitudini di relazione e la capacita’ di ‘fare squadra’.
Ha creduto e crede fermamente negli sport individuali (ad es. aquabike e triathlon) cosi’ come in quelli di gruppo (vela, partecipazione alla staffetta di beneficenza ‘swim for children 2010’ etc…).

Lo sport deve essere vissuto come un ‘gioco’ a tutti gli effetti, deve essere un modo per socializzare, per ascoltare, per forgiare l’identita’, un modo per imparare e stimolare il rispetto per i compagni e gli avversari.

In questo contesto ben si inserisce tale accordo, rinnovato anche quest’anno, che potra’ aggiungere un ulteriore tassello all’impegno di WELA che ritiene fondamentale investire nei giovani che, se incanalati nella giusta direzione, possono diventare sportivi, atleti, responsabili e… soccorritori.

Lifeguards ed il mare d’inverno

Per le professioni stagionali legate al turismo estivo del nostro territorio, l’inverno è da considerarsi un periodo di crescita e formazione. Lo sa bene chi per esempio opera in un settore particolare come quello degli assistenti ai bagnanti.  «Nel salvamento ciò che fa la differenza è la formazione del personale e le dotazioni tecniche che vanno dalle imbarcazioni agli acqua scooter, dal defibrillatore alle bombole d’ossigeno » spiega William Dalla Francesca Damiani, Amministratore di Turismo srl, azienda con oltre 15 anni di esperienza nel settore che, con il marchio WELA, è leader del nostro territorio nella formazione e gestione del servizio di salvataggio in piscine, spiagge e laghi nel Veneto. «Poi, ovviamente, contano moltissimo anche la prontezza nell’intervento e il coordinamento con le varie altre componenti del soccorso. Noi per dare un saggio di tutto questo la scorsa stagione estiva siamo stati protagonisti di una importante manifestazione di salvamento svolta assieme a Croce Verde del Cavallino, Centrale Operativa del 118 Venezia ed Elisoccorso. È stata una grande dimostrazione delle nostre capacità ma soprattutto dell’efficace e collaudato coordinamento con le istituzioni».

Nel concreto come state quindi sfruttando il periodo invernale? «Questa è una professione che necessita di essere costantemente aggiornata sulle ultime novità. Per questo motivo, oltre a far svolgere tutti i corsi del caso ai nostri collaboratori, anche quest’anno ci siamo recati negli Usa, precisamente in Florida, per un confronto con le locali autorità di salvamento. Ci ha fatto piacere constatare gli sviluppi di questo settore e soprattutto notare che a livello di formazione e dotazioni in alcuni casi siamo addirittura ad un livello superiore rispetto agli statunitensi, tenuto conto che loro, a differenza di noi, hanno una stagione estiva lunga 12 mesi».

La vostra ricerca di miglioramento come si è concretizzata? «Lo scorso anno abbiamo compiuto un grande salto di qualità a livello di formazione interna: tutti gli addetti al salvamento di WELA hanno infatti svolto il corso per l’utilizzo del defibrillatore e sono dotati di brevetto per la somministrazione dell’ossigeno nel primo soccorso. Non sono dettagli, ma potenzialità che in casi di emergenza possono fare la differenza, ovvero salvare una vita. Per noi il termine “qualità” significa avvalerci di  personale istruito, allenato, formato, brevettato, assicurato, e che lavori in armonia con i colleghi, con il proprio datore di lavoro e con i colleghi delle strutture ricettive nelle quali opera».

La qualità però costa, sia in termini economici che organizzativi? «Certamente e purtroppo non tutti i committenti lo hanno ben chiaro finché non si trovano di fronte ad una reale emergenza. Nel nostro ambito lavorativo la qualità equivale, ripeto, alla capacità o meno di salvare una vita. Per questo motivo si può dire che per quanto riguarda la gestione del servizio, i numeri – nel nostro ambito, purtroppo, gli incidenti mortali – parlano da soli a favore o a sfavore delle aziende che erogano questo tipo di servizi».

Quali consigli potete quindi dare alle strutture che necessitano di un servizio per il salvamento? «Di diffidare di quelle società che si propongono a prezzi irrisori offrendo una miriade di servizi, e di verificare bene che gli standard qualitativi non siano solo sulla carta. Si sta registrando il proliferare di aziende che si propongono ad un prezzo che, a volte, è addirittura inferiore a quello previsto dal contratto collettivo di lavoro del settore di riferimento, e che promettono degli standard che nel momento di reale necessità non si rivelano tali. Tutto ciò va a danno dei committenti stessi».

Il vostro è un ragionamento che si può estendere alla gestione del turismo del territorio più in generale? «A nostro avviso se vogliamo veramente far crescere la comunità ed il territorio, diviene fondamentale integrare l’attività turistica puntando su imprese, preferibilmente “locali”, che possano garantire elevati standard qualitativi “sul campo”, imprese che impieghino personale locale ed operino ad un prezzo “giusto” in regime di concorrenza leale. Noi ci stiamo provando ed i risultati, ad oggi, grazie anche ai nostri committenti, confermano che stiamo percorrendo la strada giusta».

Innovarsi significa anche investire nell’immagine…«Noi lo abbiamo fatto sia rinnovando il nostro sito internet www.www.wela.it, sia creando il nuovo logo Wela dal quale poi è nato il brand Wela Venice Lifeguards.  Negli anni ci siamo resi conto che l’abbigliamento dei nostri assistenti bagnanti ha un grande appeal sui turisti che spesso già ce lo richiedevano preferendolo al classico souvenir con la gondola. Forti di questa esperienza abbiamo ritenuto di promuovere il nostro brand dandogli non solo una valenza locale  ma anche una valenza sociale: parte del ricavato viene devoluto alla Croce Verde di Cavallino Treporti, associazione di volontari che ci supporta nell’attività di salvataggio.

CMT Stuttgart 17 – 25.01.15

The most important Tourism Trade Fair

La CMT di Stoccarda è da diversi anni la piu’ importante fiera del turismo europea. Noi anche quest’anno saremo presenti per scoprire le tendenze del mercato turistico e per capire le esigenze degli ospiti che verranno a visitare i nostri lidi nella prossima estate 2015. Saremo presenti anche per un confronto tecnico con la DLRG (Federazione di salvamento tedesca) e con altre eccellenze del salvataggio tedesche.

Nuotare in sicurezza

A vegliare sui milioni di turisti che anche quest’anno hanno affollato i circa 100 km di litorale Veneto ci hanno pensato loro: i bagnini. Ci racconta l’evoluzione di questa professione l’amministratore di Wela, società leader del nostro territorio.

L’estate è alle spalle ma in queste giornate autunnali il pensiero corre spesso e volentieri a cercare il ricordo ancora fresco della spiaggia, degli stabilimenti balneari, della sabbia, delle piscine e delle onde del mare. Un mare reso più sicuro dalla presenza costante dei bagnini. Una figura professionale obbligatoria che se fino a qualche anno fa era facilmente associata al belloccio di turno “factotum” della spiaggia, oggi invece richiede un grado di professionalizzazione sempre più alto oltre che competenze specifiche nell’ambito della sicurezza.

“Negli ultimi dieci anni c’è stata una forte evoluzione in questo tipo di servizio. Di fatto oggi al bagnino è richiesto che si dedichi esclusivamente alla sicurezza dei bagnanti con un approccio preventivo per evitare che questi si trovino in circostanze tali da esporsi al pericolo”. Spiega William Dalla Francesca Damiani, quarantunenne veneziano, Amministratore di Wela, società leader nella gestione del servizio di salvataggio in camping e stabilimenti balneari per piscine, spiagge e laghi del Veneto. Nata nel 1997 a Venezia da un gruppo di giovani assistenti ai bagnanti, anno dopo anno, Wela è cresciuta arrivando a sfiorare i 100 dipendenti ed è riuscita a posizionarsi come leader tra le società di salvataggio del Nordest.

“Il bagnino oggi è un professionista del salvataggio, con specifiche competenze e responsabilità – continua William Dalla Francesca Damiani –  per poter lavorare deve aver compiuto 16 anni, frequentare un corso di 3 mesi tenuto dalla Federazione Italiana Nuoto Sezione Salvamento o dalla Società nazionale di Salvamento di Genova e sostenere un esame teorico e pratico  superato il quale otterrà il “brevetto di assistente ai bagnanti. È insomma un professionista a tutti gli effetti, incaricato di pubblico servizio ed esperto del salvamento. Deve conoscere a menadito le procedure di rianimazione e la corretta gestione e manutenzione degli impianti natatori. Ha precisi doveri e può essere chiamato, nei casi più gravi, a rispondere penalmente e civilmente del proprio operato”.

Come è cambiata negli anni la figura del bagnino?

“Negli ultimi anni il lavoro dell’assistente ai bagnanti ha subito una grossa evoluzione dovuta in primis all’evoluzione del settore turismo, in secondo luogo al mutamento dell’utenza. Se pensiamo per esempio alle strutture ricettive del litorale di Cavallino Treporti, nelle quali la nostra società opera principalmente, pensiamo a strutture nelle quali nulla è lasciato al caso. Qui il servizio di salvataggio è visto come una risorsa indispensabile  per offrire all’ospite una vacanza serena e sicura. L’assistente deve offrire la propria professionalità con una capacità, un carattere ed uno “stile” adeguato agli standard qualitativi della struttura nella quale andrà ad operare.

E i bagnanti come si comportano?

“Il bagnante spesso fatica ancora a comprendere che la segnaletica di sicurezza (una per tutte la bandiera rossa in condizioni meteomarine avverse) è necessaria per la sua tutela e non è un’intromissione del bagnino nella propria capacità di valutazione del rischio. Anche la figura del bagnante è cambiata. Con l’apertura delle frontiere e con flussi turistici più ampi e diversificati nelle nostre spiagge, gli assistenti bagnanti sono sempre più impegnati. Questo è sicuramente imputabile alla maggiore frequentazione delle spiagge da parte di questi “nuovi turisti” che, per tradizione e cultura, hanno minori capacità natatorie e minor dimestichezza con l’acqua”.

Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione?

“Partendo dal presupposto che tre quarti degli incidenti sono ascrivibili all’imprudenza dei bagnanti, si potrebbe ad esempio predisporre una cartellonistica che comprenda anche molte altre lingue oltre alle classiche italiano, inglese e tedesco; potrebbero essere utili dei corsi acquaticità,  sarebbe anche fondamentale rivedere il ruolo ed i “poteri” dei bagnini garantendo un maggiore peso agli interventi degli stessi”.

Qual è la giornata tipo del bagnino?

“Ad inizio turno deve verificare la “sicurezza” del proprio “luogo di lavoro” ovvero verificare che durante la notte non vi siano stati atti vandalici, verificare le condizioni meteorologiche o altro che possano aver reso insicuro lo stesso. Deve ispezionare le zone “pericolose” come dighe, buche, piscine profonde, scivoli etc. Durante il servizio l’assistente ai bagnanti deve vigilare assiduamente affinché venga rispettato il regolamento della piscina presso la quale presta servizio o l’Ordinanza Balneare del lido al quale è preposto, rispondere alle innumerevoli chiamate e segnalazione dell’utenza, intervenire preventivamente per sanare situazioni che ritiene pericolose. Alla sera riordina l’attrezzatura, e compila un registro giornaliero affinché tutto ciò che accade durante la giornata venga monitorato.”

Cosa distingue la vostra società dalle altre operanti nel settore?

“Anche questo settore richiede spirito imprenditoriale e ricerca costante per aggiornarsi e migliorarsi. Noi per esempio siamo stati tra i primi ad adottare professionalmente la moto d’acqua per il salvataggio. Questo mezzo, ovviamente se condotto correttamente permette un intervento rapidissimo ed in qualsiasi condizione meteorologica. Come Wela, abbiamo inoltre iniziato un percorso che punta alla sensibilizzazione delle Autorità competenti, in primis la Federazione Italiana Nuoto e la Guardia Costiera, per quanto riguarda la promozione della sicurezza in mare. Dal punto di vista della formazione da anni una fruttuosa collaborazione con il Comitato Regionale Veneto della F.I.N., ha portato a diversi progetti volti ad aumentare la professionalità degli assistenti ai bagnanti in Veneto. Siamo inoltre in stretto contatto con la realtà più blasonata e famosa della USLA (United States Lifeguard Association) i “baywatch” americani, dai quali cerchiamo di apprendere le “novità” di questo mestiere. Di fatto negli Stati Uniti i “lifeguard” lavorano 365 giorni l’anno e per questo hanno un grado di professionalità che li rende all’avanguardia nel settore. Dal 2010 informiamo, per mezzo di una newsletter, oltre 800 assistenti bagnanti di tutt’Italia in merito a quanto avviene nel campo del salvamento.

Siamo infine orgogliosi di poter dire che in 15 anni di attività non si è registrato alcun incidente di rilievo nelle nostre strutture e, se da un lato questa è anche questione di fortuna, dall’altro significa che evidentemente svolgiamo bene l’attività di prevenzione”.